Se il termine metal ai giorni nostri ha ancora senso di esistere, lo si deve anche a quei gruppi che decisero di seguire il filone “nu metal”. Il paragone con Metallica o Judas Priest non ha senso: di metal rimane l’attitudine all’eccesso, ma musicalmente siamo molto distanti, al punto che i più grandi denigratori dei Korn sono proprio i puristi dell’heavy metal.
Facendo un passo indietro, all’inizio degli anni ’90, dopo che i Nirvana hanno tracciato le nuove linee guida dell’alternatività e della trasgressione, ed i Rage Against the Machine avevano iniziato ad aprire le porte ad altri generi precedentemente nemici quali il rap, l’heavy metal duro e puro finì col rimanere col cerino in mano. L’ancora di salvataggio degli alternativi era iniziata ad arrivare col rap, ma un ulteriore aiuto lo si ebbe da altri nemici storici: quei suoni industriali non distanti dalla dance più pesante; quello che viene fuori è un genere basato sui cambi di ritmo: si passa dal veloce al cadenzato con una rapidità impressionante; tutto ciò emerge nell’omonimo album di esordio della band: il disco fece capire subito le qualità dell’eclettico cantante Jonathan Davis e, soprattutto, di quel fenomenale bassista che è Reginald Arvizu, evidentemente ispirato da maestri quali Les Claypool dei Primus.
Il terzo album, “Follow the Leader”, pur rimanendo sullo stesso stile dei precedenti, si fa particolarmente notare per dei pezzi più orecchiabili (sarebbe il segreto di pulcinella nascondere il fatto che i Korn mirino al grande pubblico); l’album è comunque molto ben fatto, sebbene per il loro culmine bisogna arrivare al 2002, con il quinto “Untouchables”. Visto che oramai il metal vecchio stile aveva praticamente smesso di esistere, il gruppo decise di andare ancora più contro i dettami classici, e l’utilizzo dell’elettronica in questo caso fu davvero forte, tanto che sembra prendere spunto, come detto in precedenza, da certi ritmi dance.
Il gruppo, ancora in attività, sembra vivere una fase di crisi: gli ultimi lavori non sono brutti, ma finiscono con l’essere ripetitivi, paralizzati da un genere che comunque non aiuta la versatilità. I Korn, comunque, sono stati il gruppo più convincente di quel fenomeno del nu metal che tanto ha fatto breccia nei ragazzini, dando il là a tonnellate di band che per la quasi totalità dei casi lasciano il tempo che trovano, ma in un periodo in cui sarebbe opportuno un ulteriore rinnovamento, purtroppo, i Korn sembrano essere in difficoltà.