Partiamo alla scoperta dei vini ungheresi. Il vino ungherese più conosciuto è sicuramente il Tokaj ma, anche se si tratta di un ottimo vino, il paese magiaro ha molte altre varietà da proporre. Partiamo dalla storia del vino più conosciuto, per arrivare a conoscere meglio l’aspetto enologico dell’Ungheria.
La storia del Tokaj
Attorno a questo vino aleggiano molte leggende e molte contese, famosa quella avuta con l’Italia che ha dovuto tramutare il nome in Friulano. Questo vino, amato dalla corte imperiale austroungarica, nei secoli è stato apprezzato dall’alta aristocrazia di molti paesi europei. Da alcuni documenti storici, sembra che il Tokaji Aszù , acquisti fama a partire dal XVII secolo, anche se l’inizio della sua produzione risale al XV secolo. La prima normativa per la produzione di questo vino nella regione di Tokaj-Hegyalja porta la data del 1641!
Nell’impero austroungarico, il vino è stato utilizzato anche come mezzo per ottenere aiuti. Lo stesso Re Sole, ha potuto godere di questo vino grazie alle numerose bottiglia inviate da Ferenc Rákóczi che, in questo modo, sperava di ottenere gli aiuti necessari per l’indipendenza dell’Ungheria. Re Luigi XIV apprezzò molto il dono, tanto che lui stesso provvide a diffonderlo in tutta Europa. Ecco perché, questo meraviglioso prodotto, amato da Beethoven e da Pietro il Grande, è arrivato ai giorni nostri con tanta enfasi. In realtà, ha vissuto un periodo di declino, sia per colpa della filossera, sia per le vicende storiche. L’era moderna, però, è riuscita a recuperare velocemente questi vuoti, introducendo nuove tecnologie enologiche e rilanciando la produzione.
Vini ungheresi
Il Tokaj ricopre solo il 4% della produzione vitivinicola dell’Ungheria,lasciando spazio ad altri vini, in prevalenza bianchi, prodotti sia con uve autoctone che con uve di provenienza estera. Una particolarità degli impianti a vite dell’Ungheria è che, nonostante la percentuale più elevata sia coltivata al sud del paese magiaro, i vini migliori provengono dalle piantagioni poste a nord. La zona più importante, posta al confine con la Slovacchia, è il Tokaj-Hegyalja che, a dispetto dal nome, non produce solo il vino dell’imperatore. Da qui provengono le uve per la produzione di altri vini bianchi secchi e molto profumati: uve Hárslevelü, Furmint e Muscat Lunel.
Una delle aree vitivinicole più tecnologicamente avanzate è quella di Szekszárd – Tolna. Le cantine della zona sono attrezzate con barrique e apparecchiature tecnologicamente avanzate, per produrre vini più vicini ai gusti attuali. In questa zona anche Antinori, la famosa casa Toscana produttrice di vini di livello elevato, ha la sua produzione abbinata a tre etichette: l’Antinori Tuzko Bataapati Sauvignon, Antinori Tuzko-Bataapati Traminer e l’Antinori Tuzko Bataapati Riesling. Per fare un giro in Ungheria e degustare i piatti e i vini della tradizione, basta organizzare un volo con Wizzair e in un attimo vi troverete tra i profumi di questa meravigliosa terra.
Tra i vitigni, vanno sicuramente ricordati: Chardonnay, Pinot Bianco, Riesling, Sauvignon Blanc e Sèmillon (un vitigno adatto a produrre vini bianchi liquorosi come il Sauternes). Questi vitigni, però, sono stati quasi tutti importati, a differenza di Muscat Lumel, Furmint, Hárslevelü, Kéknyelü, Szürkebarát, Olaszrizling e Tramini (più conosciuto come Gewürztraminer).
Per ora abbiamo citato solo i vitigni bianchi, ma l’Ungheria sta riprendendo anche la coltivazione di uve rosse, non solo con vitigni importati come Merlot, Cabernet-Franc e Pinot Nero, ma anche riscoprendo vitigni autoctoni come Kékoporto, Kékfrankos, Kadarka e Zweigelt. A questo punto non resta che augurare a tutti: Egészségedre!